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Antonio Caldara: Dafne

 

Dopo la guerra coronata dal successo, il dio del sole Apollo si reca in Arcadia sotto forma di Febo per conquistare la bella ninfa Dafne, di cui si è innamorato follemente. Dafne, che ha già rifiutato il suo amico Aminta, trova adesso un secondo corteggiatore che prova ad imbrogliarla e a convincerla a cedergli con truffe divine. Dopo momenti di insicurezza e incertezza, Dafne si sente in pericolo di perdere la pace della sua anima e la sua libertà, se cederà alla corte degli uomini. La disperazione di Aminta lo spinge a un tentato stupro, ma Febo, per salvare la ninfa, lo trasforma in un cespuglio di mirto.

Quando Febo capisce che anche per lui non c’è speranza, anche lui perde la pazienza e tenta di violentarla. In questo momento disperato Dafne chiama in aiuto Giove e, davanti agli occhi di suo padre Peneo e dell’arrabbiato Febo, si trasforma in alloro. Anche il padre si rivolge alla misericordia del dio e chiede di essere trasformato in un fiume. Apollo resta solo e, con un ramo dell’albero che si mette intorno alla testa, torna al cielo:’  onde Amor move, ritorno alla celeste mia magione, da cui verrà, ch’io versi in ogni tempo de’bei raggi d’oro su questo dolce alloro.

 

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